sabato 17 novembre 2012

E a 40 anni che farai? (di Rita Pani)


"Un trentenne eletto in Parlamento, dopo due mandati, cioè a 40 anni, che cosa dovrebbe fare mentre aspetta di compiere i 65? L’esodato di Stato? Ci vorrebbe un'indennità di reinserimento. Due anni di vitalizio anticipato mentre si cerca
lavoro". Prof. Giuliano Amato

Siamo indignati per le cariche della polizia, per i lacrimogeni sparati dal palazzo del ministero, per i ragazzi bastonati, gli operai manganellati. Ci lasciamo trasportare in assurde disquisizioni più o meno colte, più o meno civili quando tra noi abbiamo pareri contrastanti. Perdiamo il tempo che non abbiamo più.
Io per questo non mi indigno, nemmeno mi lamento, forse perché ho chiaro che la guerra porta sangue, e morte, e disperazione. Forse perché la guerra c’è già anche se non è stata dichiarata. Possiamo continuare a cantarci l’allegra canzone della libertà e della democrazia, della protesta che si fa proposta (quanto odio questo assioma!) fino a quando reggerà il sogno, fino a quando ci sentiremo ben svegli.

Mi indigno, invece, quando si osa sputarmi in faccia con la certezza di restare impuniti, perché di certo nessuno mai indagherà per ingiurie, vilipendio e quanto altro ci può stare, uno di questi Professori, che dal pulpito del potere ci pisciano in testa come se piovesse. Quando colpevolmente – e scientemente – ci inducono a delinquere. Ci portano alla guerra delle sassaiole contro la Fornero, del linciaggio morale verso Amato; portano loro stessi a dover scappare in elicottero, per evitare di essere massacrati dalla folla inferocita.

È impossibile pensare che tutti questi professori, che nelle università insegnano alle nuove generazioni ad essere la crema di domani, siano dei perfetti idioti. Sono uomini e donne intelligenti, preparate, scaltre e soprattutto son tutti parte integrante del sistema del capitale che governa il mondo. Ogni parola loro è scelta sapientemente, e utilizzata proprio per dichiarare quella guerra che ancora provano a tacere. Diversamente non avrebbe senso, come non avrebbe senso il servizio reso dai giornalisti che sempre scordano la seconda domanda, quella che potrebbe mettere in ginocchio il provocatore di turno.

La domanda perfetta, quella che avrebbe fatto scoprire il trucco del Professor Amato: “Scusi professore, come mai lei non è al corrente che già esiste il fondo per il reinserimento al lavoro riservato ai parlamentari che decidono di non ricandidarsi?”

Ma son tutte chiacchiere, come sempre. D’altronde ci hanno detto che manifestare è un diritto che non ci vogliono togliere, ma la polizia ha l’obbligo di difendersi. Ci hanno detto che purtroppo anche nelle manifestazioni pacifiche “c’è sempre chi si infiltra per rovinare la festa”.

Poi c’è anche la signora con i capelli biondi di platino, e la giacchetta rossa – che fa pendant con le bandiere – che guardando la punta del microfono dice: “Purtroppo ce stanno sempre sti disgraziati che vengono a spaccare le vetrine e rovinano la festa.

E di citazione in citazione, finisco con un’altra … perché sia chiaro cosa penso:
“La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia, la rivoluzione è un atto di violenza.”

Rita Pani (APOLIDE) - 16 novembre 2012 -
R-ESISTENZA-INFINITA
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