venerdì 26 ottobre 2012

Vendola: “Lascio se condannato” (di Caterina Perniconi)


CHIESTI 20 MESI PER IL LEADER DI SEL NICHI VENDOLA, ACCUSATO DI ABUSO D’UFFICIO IL CASO È QUELLO DELLA NOMINA DEL PRIMARIO SARDELLI ALL’OSPEDALE DI BARI “SE MI CONDANNANO LASCIO LA POLITICA”

Un momento di sconforto con i suoi, scende qualche lacrima. “Trasferiamoci Ed, lasciamo tutto e andiamo in Canada” ha detto al suo compagno. Nichi Vendola ieri aveva resistito per
tutto il tempo dell’udienza. Ma quando ha lasciato il tribunale di Bari, dopo essere stato rinviato a giudizio con una richiesta di un anno e otto mesi di carcere per aver raccomandato la nomina di un primario, il governatore della Puglia si è lasciato andare: “Mi vergognerei anche se mi condannassero a un solo giorno, sono innocente ma mollerei tutto”.

Una frase simile a quella che aveva già detto ufficialmente pochi minuti prima, davanti ai giornalisti: “Una sentenza di condanna, sia pur relativamente ad un concorso in abuso d’ufficio, per me sarebbe un punto di non ritorno, segnerebbe un mio congedo dalla vita pubblica. Ma una sentenza ispirata a verità e giustizia credo che restituirà a me quello che mi è dovuto, cioè la mia totale innocenza”.

Nichi Vendola
Per saperlo bisognerà aspettare pochissimo: il verdetto arriverà mercoledì prossimo, il 31 ottobre. Un giorno che potrebbe segnare lo spartiacque per il centrosinistra. Se Vendola fosse condannato, e decidesse di abbandonare i suoi ruoli pubblici, non cambierebbero solo le primarie, ma tutto lo scenario immaginato fino ad oggi.

A “Sinistra, ecologia e libertà” preferiscono non pensarci, si stringono intorno al loro leader, non fanno trapelare nulla se non la certezza che ormai, comunque vada, le primarie sono una sfida per partecipare, più che per vincere (o puntare al secondo posto). “Da Vendola non mi aspettavo nulla di diverso – dice Nicola Fratoianni, al suo fianco ieri pomeriggio a Torino – noi sappiamo che è innocente e l’idea che possa lasciare la politica nella mia testa non entra proprio”. Il rischio è quello di arrivare impreparati al giorno del giudizio: “Manca solo una settimana e comunque non saremo mai preparati a un evento simile” commenta ancora il giovane membro del coordinamento nazionale di Sel.

Vendola aveva chiesto sei mesi fa di essere processato con rito abbreviato per conoscere da subito il parere della magistratura sulla nomina del primario di Chirurgia all’ospedale San Paolo di Bari. Paolo Sardelli era il candidato considerato unanimemente il migliore, ma per assumerlo la Asl doveva riaprire un concorso. L’ex direttore generale, Lea Cosentino, lo fece e Vendola garantì: “Ti copro io”. Il punto – stando all’accusa – è che a Sardelli fu “intenzionalmente provocato un ingiusto vantaggio patrimoniale”. E fu invece “arrecato un danno ingiusto a Luigi Cisternino, Achille Lococo e Gaetrano Napoli che avevano presentato la domanda nei tempi giusti”. Riaperti i termini, vinse Sardelli, il “raccomandato” dal governatore. “L’unica mia raccomandazione – dice Vendola – era che vincesse il migliore”. L’accusatrice e coimputata Cosentino sostiene però che ci fosse un “manuale Cencelli” per lottizzare la Sanità, e descrive la nomina di Sardelli come il frutto di una vera e propria “pressione”.

Io non ho interferito perché fossero commessi degli illeciti – ha dichiarato ieri Vendola all’uscita dal Tribunale – si è ritenuto di riaprire i termini del concorso. In Italia negli ultimi anni sono stati riaperti 181 mila concorsi per primari, come a dire che non si tratta di una pratica illecita ma di una consuetudine, anche a garanzia della qualità della selezione, perchè se la platea dei concorrenti è troppo ristretta il rischio è che non ci sia qualità”. Poi il governatore si è soffermato sulla sua posizione: “Io non sono minimamente intervenuto. Del resto le testimonianze che sono ricavabili dalla stessa attività investigativa e dalle deposizioni della dottoressa Cosentino in molteplici processi, dicono quale sia stata la mia condotta: sempre totalmente estranea a qualunque intromissione, a qualunque inappropriatezza, a qualunque commissione di reato o anche illecito”. Ieri anche gli avvocati della Cosentino hanno confermato questa versione e ridimensionando l’impianto accusatorio che si basa soprattutto sulle dichiarazioni dell’allora Lady Asl.

Il passo indietro Vendola l’ha assicurato ma non ha risparmiato un giudizio sull’azione della Procura: “La richiesta avanzata è esorbitante – ha detto il leader di Sel – rispetto al teorema accusatorio che è stato in parte smontato dalla difesa della stessa accusatrice e ne sottolineo la forza mediatica”. Tutti gli occhi sono puntati su di lui. Soprattutto quelli dei suoi alleati democratici: “Ho molto apprezzato le dichiarazioni di Nichi – ha detto il senatore Pd Nicola La Torre – ma senza di lui il progetto politico di un nuovo centrosinistra di governo sarebbe più debole”. E anche il suo partito.

Caterina Perniconi - 26 ottobre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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