Non ho trovato nella storia dei paesi più retrogradi e meno democratici del mondo, alcuna analogia con l’Italia che è andata in scena ieri, quasi a reti unificate, nelle tv italiane, e con dirette streaming sui maggiori quotidiani nazionali. Non vi è mai stato dittatore, governo,
paese al mondo che abbia avuto il coraggio di offrire uno spettacolo di incivile scempio, quanto quello offerto da quel tizio senza vergogna e senza morale a cui per decenni qualche milione di cerebrolesi hanno affidato le redini della vita di ognuno di noi.
Uno scempio nello scempio, non solo per la gravità dei discorsi da psicolabile fatti con l’alterigia che solo un malato mentale, ossesso dalla sua megalomania, avrebbe potuto fare, ma soprattutto per l’imponenza dell’insulto che ogni cittadino italiano avrebbe dovuto sentire, di fronte a tale aberrazione.
Ogni affermazione potrebbe essere facilmente smontata, persino da chi nella testa non ha che un criceto intento a girar nella ruota, quel che invece non trova soluzione nella mente di chi ancora pensa e ragiona è la gravità del gesto in sé.
Un condannato per un reato grave come quello di frode fiscale, che anziché continuare a pagare i suoi onorevoli avvocati, si presenta in televisione a ristabilire il concetto che lui è dio, intoccabile, indiscutibile, il padrone di tutte le cose, anche della legge. Più padrone ancora di quelle che non ha fatto in tempo a demolire. Arrogante al punto di promettere, addirittura, di smantellare il sistema giudiziario italiano, in nome di quella vendetta che mai una volta ha avuto il coraggio di rivendicare.
Un pusillanime, un delinquente, un megalomane, un criminale senza più alcun potere politico, essendo ormai solo un signor nessuno come quella migliaia che continuano solo a conservare un posto nell’azienda del Parlamento italiano, svilito del suo alto significato democratico, proprio da questo pazzo esaltato, che ha fatto sì che ciò che restava della nostra democrazia, finisse in mano al sistema mafioso e fallimentare che tutti, ormai conosciamo, e che colpevolmente tolleriamo.
Quanto trasmesso al mondo ieri, da questa povera Italia, è stato mortificante per la dignità di ogni cittadino senziente e responsabile. Un gesto di vituperio nei confronti di tutti coloro i quali continuano, nonostante le mille difficoltà, a vivere senza delinquere, a pagare a testa china ciò che allo stato è dovuto, anche grazie alle ruberie piratesche di questo tizio imbalsamato, dispotico e incivile. Un oltraggio verso tutti coloro che per colpa dello scempio economico, sociale e culturale, hanno sacrificato – a questo stato – persino le vite di qualche caro. I morti per inquinamento, i morti per fame, i morti per disperazione, i morti per le stragi sul lavoro, i morti per le scuole che crollano, i morti per la terra che frana violentata dal cemento. Tutte morti per le quali nessuno di loro – onorevoli criminali – pagherà mai, ovviamente.
Non ci sta, il tizio, ad essere trattato come un cittadino comune che ha delitto. Non ci sta ad essere uguale a chiunque almeno davanti alla legge – che purtroppo nemmeno in dio io so sperare – non ci sta e lo sbraita con la sua orribile malattia.
Se la legge fosse fino in fondo uguale per tutti, oggi assisteremo anche alla conferenza stampa di Salvatore Parolisi, che minaccia i giudici per averlo condannato all’ergastolo per aver ucciso sua moglie?
Forse no, ma temo che quella di ieri non sia stata altro che la prima puntata di un nuovo orribile reality show. La seconda? Quando lo condanneranno a due anni per essere un vecchio debosciato, erotomane e bavoso.
Spegnete la tv ogni volta che appare. Credo che un pazzo così lo si possa ammazzare solo con l’ostentazione del senso di vomito che dà.
Rita Pani (APOLIDE) - 28 ottobre 2012 -
R-ESISTENZA-INFINITA
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