lunedì 8 ottobre 2012

La lega senza ampolla (di Rita Pani)


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“Signora, lei cosa pensa di questa nuova lega?”
“Io ci credo e credo nel Roberto, e poi … questa è la lega 2.0 quindi si riparte”.
Infatti la lega è ripartita da Venezia, ieri, e le novità erano palesi. Niente più elmetti cornuti, alberti da giussani, spade, pugnali, cotte di maglia e soprattutto – hanno detto al telegiornale – “La lega riparte da Venezia, senza ampolla”. Il segretario, accolto dal presidente bossi, ha
presentato le novità 2.0 new release: i soldi del nord al nord; basta dare soldi al sud, niente tasse e via Equitalia dal nord. Secessione. Non si cada nel tranello di pensare che sia roba vecchia, che siano argomenti ridibili dal momento che ancora oggi si sorride dinnanzi al ladrocinio padano che foraggiava non feste di maiali, ma la vita “d’orata” del giovane Trota. È roba nuovissima la lega 2.0: la lega senza ampolla.

Grande giornata di novità ieri. Sono emerse le trame del futuro prossimo, delle elezioni sempre più vicine, e del destino di questo povero paese umiliato dinnanzi al mondo intero. Anche Tremonti ha gettato sul tavolo le sue carte vincenti: Il partito delle 3L. “L’ho spiazzata vero?” dice alla giornalista che lo intervistava e lei mestamente risponde: “No, onorevole, pensavo alla prossima domanda che le devo fare”. E lui poi risponde così: “Vorrei ricordare che anche io sono un professore”. Lista, Lavoro e Libertà. LLL. L’omino dalla voce stridula biascica a suo modo ricette per il domani, e pesta sul passato con: “Io l’avevo detto, io lo pensavo”. Vien da ridere ad ascoltarlo dall’altra stanza, come se fosse una delle migliori perfomance di Corrado Guzzanti.

Leggo che anche la minetti ha parlato al popolo teledipendente della domenica ieri. Pare abbia detto che non comprende proprio perché dovrebbe dimettersi, e che in ogni caso lo farà solo se sarà Angelino a chiederglielo. Poi ha detto che anche le persone non preparatissime come lei, hanno diritto a restare in politica, perché lei – per esempio – ha voglia di fare. (Inutile spender parole che suonerebbero banali)

Meglio dedicarsi alle novità e alla grande voglia che pare finalmente abbia contagiato tutti: “Rinnovare”. Da giorni appare nei teleschermi italiani la faccia drammaticamente tirata di cicchitto, il quale ammette candidamente la necessità di listini almeno parzialmente bloccati “per garantire l’accesso al parlamento dei big della politica, che altrimenti rischierebbero di non essere eletti”. Poi spiega che il rinnovamento deve esser fatto bene, per non rischiare di gettar via il bambino con l’acqua sporca. “I big della politica” mi piace assai. È un buon metodo per dire ciò che nessuno oserebbe mai dire. Dopo la metafora calcistica si è passati alla retorica sanremese, capace di insinuarsi anche tra i neuroni delle donne. Una sorta di quota rosa della minchiata.

Non riesco nemmeno a considerare tutto questo un’operazione di restyling, è un abominio assai più grave: è l’insulto continuato ai danni delle nostre intelligenze.
Oggi la disputa non è più tra destra e sinistra, tra fascisti e comunisti. La lotta oggi è tra l’essere senzienti e l’essere cretini. E dopo la signora della lega 2.0, dopo i risultati del pubblico domenicale che è rimasto impalato davanti alla scatola magica che lasciava parlare la minetti, dopo la seriosità con la quale si porge un microfono a cicchitto, c’è da ammettere la scomoda verità: i cretini, in Italia abbondano. E noi siamo fottuti.

Rita Pani (APOLIDE) - 08 ottobre 2012 -
R-ESISTENZA-INFINITA
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