È con viva costernazione che apprendiamo dell'intenzione di Rai1 di spostare “Qui Radio Londra” di Giuliano Ferrara dalle 20.30, dopo il Tg1 di cena, alle 14, dopo il Tg1 di pranzo. Per carità, è apprezzabile il riguardo mostratogli
dalla Rai, che lo associa comunque all'ora del desinare. Ma è inaccettabile che lo voglia degradare sul campo con la scusa del crollo degli ascolti (passati dal 20% delle primissime puntate all'attuale 15 e qualcosa). Intanto perchè, se si dovesse punire chi fa perdere ascolti alla Rai, bisognerebbe cacciare quasi tutti i direttori di rete e di tg, cosa impossibile, sia perchè sono troppi, sia perchè sono stati assunti apposta.
Qualcuno, per dire, ha mai obiettato alcunchè a Bruno Vespa, che nelle recenti prime serate di “Porta a Porta” con quel che resta dei leader di partito ha desertificato Rai1, portandola al 13 e poi addirittura al 10%? Un'azienda normale licenzierebbe in tronco per scarso rendimento e giusta causa sia lui sia chi ha avuto la bella idea di mandarlo in prima serata (fra l'altro, pagato extracontratto). Invece c'è pure il caso che gli arrivi il cestino a Natale. Ma che s'aspettavano i dirigenti Rai quando affidarono a Ferrara il posto che fu di Enzo Biagi? Che facesse ascolti? Basta esaminare il successo delle sue numerose imprese editoriali, televisive e politiche: una serie di fiaschi mai visti neppure in una cantina sociale. Fonda il Foglio e non lo legge nessuno (ma lo paghiamo tutti). Fonda il partito No Aborto e non lo vota nessuno. Si candida al Mugello e porta Forza Italia al minimo storico di tutti i tempi. Inventa “Otto e mezzo” e fa scappare la gente, poi arriva la Gruber e triplica gli ascolti. Lo sapevano tutti, compresi i suoi mandanti in Viale Mazzini e soprattutto a Palazzo Grazioli, che Ferrara su Rai1 avrebbe messo in fuga milioni di spettatori: addirittura più di quelli che Minzolingua e il suo degno erede Maccari, noti sfollagente, sono riusciti a far perdere in quattro anni al Tg1. In fondo, com'è noto, le reti berlusconiane han sempre sofferto gli ottimi ascolti di “Affari tuoi”: bastava sostituire al traino del Tg1 la palla al piede di Ferrara e il gioco era fatto. Al debutto, il 14 marzo 2011, “Qui Radio Londra” fece registrare il 20,63%. Il tempo di accorgersi che roba era, e due settimane dopo era già precipitata al 17. In settembre scese ancora: 16,5. Ora, nell'ultima settimana, è finita sotto il 16 per la gioia delle reti concorrenti (si fa per dire). Più in basso di così, a quell'ora e su Rai, è umanamente impossibile per via dell'effetto zapping: il riflesso condizionato del telespettatore medio, che lascia accesa la tv sul primo canale dopo il tg in attesa dei pacchi di “Affari tuoi” (che, nonostante la palla al piede che lo precede, registra ancora un ottimo 20%). Se, al posto di Ferrara, mandassero in onda il fermo immagine di un paracarro o di un radiatore spento, farebbe comunque il 15-16%. Insomma Ferrara ha svolto egregiamente il suo compito di buttafuori del pubblico. Missione compiuta. Rimproverarglielo e punirlo per questo, quando gli altri buttafuori vengono regolarmente premiati e i buttadentro vengono cacciati, sarebbe ingiusto, umiliante e impietoso. Infatti lui rifiuta la panchina pomeridiana e rilancia: “Ho controproposto al direttore di Rai1 Mazza di fare un commento di 2 minuti e mezzo in coda al Tg1”. Chissà se Mazza e gli altri papaveri Rai leggono Internazionale: qui di John Hooper del Guardian ricorda che Ferrara è un ex ministro e un impiegato di B., dunque “è grottesco che abbia dato al programma il nome della trasmissione della Bbc rivolta alla resistenza antinazista, come a dire che dà voce alle vittime di una dittatura”. Ed è “difficile immaginare un altro paese europeo, eccetto forse la Bielorussia, in cui un giornalista così sfacciatamente di parte possa ‘chiarire’ il senso delle notizie” sulla tv pubblica. Si attende ad horas una protesta ufficiale del governo di Minsk.
Marco Travaglio - 22 aprile 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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