venerdì 27 aprile 2012

L’otto settembre del centrodestra

Signor colonnello, è successa una cosa incredibile. I tedeschi si sono alleati con gli americani e ci sparano addosso”: la scena-cult di “Tutti a casa” riassume bene lo spirito delle giornate politiche che stiamo vivendo. Abbiamo
appena ricordato il 25 aprile, ma siamo sempre all’otto settembre. Un otto settembre alla Alberto Sordi, dove può succedere che Silvio Berlusconi tifi per il “comunista Hollande” insieme al suo vecchio ministro dell'Economia, quel Giulio Tremonti che per anni è apparso il miglior puntello delle politiche rigoriste di Angela Merkel. Ha un bel dire Giorgio Napolitano che il Paese deve recuperare lo spirito della liberazione, “per affrontare tutti insieme la crisi dell’economia”. Il calendario dei partiti, e in particolare quello del Popolo della libertà, non è
 sintonizzato con l’agenda del Quirinale. Siamo ancora a Cassabile, anzi qualche giorno prima. E aspettando di capire chi si dovrà alleare con chi, se si dovrà puntare alla Grosse Koalition o alla solita competizione destra/sinistra, al partito liquido, o addirittura telematico, alla palingenesi congressuale con cambio di nome oppure al rilancio pidiellino, si naviga a vista. “Fosse per me – dice Gaetano Quagliariello – cambierei il nome del Pdl in ‘I Moderati’”. Per la Boniver si deve invece “tornare allo spirito rivoluzionario del ’94, ribattezzarci Forza Italia”. Alessandra Mussolini fa sapere che in Francia tifa socialista e sogna “sia Sarkò sia Carla Bruni fuori dall’Eliseo”. Isabella Rauti Sarkò lo voterebbe, ma al secondo turno: al primo avrebbe votato Marine Le Pen. Bondi vuole un confronto con i Radicali “per eventuale collaborazione”. Lupi continua a immaginare un’asse con l’Udc. Sacconi presenta un emendamento per abolire l’intero articolo 9 della riforma del lavoro. Il suo collega Castro, relatore, si impegna a non stravolgere il testo.

Queste prese di posizione (tutte nella giornata di ieri), aiutano a capire lo stato confusionale in cui è precipitato il centrodestra italiano dopo aver perso la partita del governo.

Per molto tempo si è pensato che il pensionamento del Cavaliere avrebbe segnato un’evoluzione positiva del Popolo della libertà e più in generale della politica nazionale. Ancora pochi mesi fa tutti si interrogavano sulla “svolta di Alfano”, con un ragionamento che suonava più o meno così: aprirà una pagina nuova nella misura in cui saprà svincolarsi dal Cav. E anche un osservatore attento come Massimo Cacciari di recente ha invitato il Pdl a fare un’operazione simile a quella della Lega, archiviando la stagione del fondatore e consegnandosi a una più nuova e credibile leadership: “solo così può salvarsi al Nord”. In realtà i fatti, che sono più “duri” delle opinioni, disegnano un’altra storia. Senza il potere di Berlusconi, senza il suo racconto guascone, senza la sua corte, i suoi soldi, senza il suo “mattinale” con le istruzioni sulle cose da dire, senza il collante dell’adorazione del corpo mistico del Capo, il centrodestra è poca cosa. Un insieme di schegge, coriandoli, resi-duali tracce di tradizioni politiche sepolte. L’anticomunismo vendicativo dei socialisti, il populismo della destra ex-missina, l’istinto qualunquista dei centristi, e i sospetti reciproci che avvelenano tutti e tutto riducono a una sola domanda: che succede adesso? E chi è che sta sparando sul quartier generale? I tedeschi? Gli americani? O siamo noi che abbiamo cambiato partita?

Fa bene il Pdl a sospettare. Ed è probabile che la storia sia proprio quella del film di Comencini. Berlusconi ha dichiarato il suo personale armistizio: sa che non potrà governare mai più, neanche per interposta persona. Sa che le facce della sua classe dirigente sono ormai invise all’elettorato, antipatiche: neanche i candidati sindaci vogliono leader nazionali sui palchi. Appena fissati i paletti della legge elettorale, rovescerà il tavolo per portare in Parlamento una piccola ma fedelissima “legione tebana” che anche dall’opposizione sappia tutelare i suoi interessi. Il resto, tutti a casa.

Flavia Perina - 27 aprile 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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